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Particolare della scena dove Maria è
promessa sposa all'anziano Giuseppe |
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I sei episodi dedicati
all'infanzia e al matrimonio di Maria sono dipinti con rispondenza simmetrica
di fronte alle scene di Gioacchino e Anna, sul lato opposto della Cappella.
Si stabilisce così una serie di rimandi dall'una all'altra parete,
una lettura alternata, suggerita continuamente dalla disposizione speculare
degli affreschi.
Giotto inserisce l'Arcangelo annunciante e Maria sui due pilastri opposti
dell'arco trionfale, realizzando un collegamento tra le due pareti. La
spettacolare evidenza dei due personaggi (sottolineata dalla presenza
di elementi architettonici gemelli in scorcio) è con ogni probabilità
un omaggio alle Sacre Rappresentazioni di soggetto mariano che si svolgevano
sullo spiazzo antistante la Cappella: uno dei Misteri messi in scena era
appunto l'Annunciazione, per commemorare il giorno della dedicazione dell'edificio.
Sopra Gabriele e la Madonna sta un coro angelico festante, lungo la parte
alta dell'arco. Al centro, su un trono in prospettiva si trova la figura
dell'Eterno, dipinta su una tavola inserita dentro un'apertura. Questa
caratteristica tecnica fa pensare alla presenza di una finestra ben presto
coinvolta nella decorazione per non creare disturbo allo sviluppo continuo
del dipinto.
Le fonti
Anche per questi episodi, assenti nei Vangeli ufficiali, le fonti letterarie
sono il Protovangelo di Giacomo (in particolare i capitoli IX e X) e la
Leggenda Aurea, che celebra con solennità la festa della Natività
di Maria il giorno 8 settembre. Questa festività è definita
da Jacopo da Varazze una "rinascita nella penitenza", in ricordo
dell'umiliazione patita da Gioacchino.
Per questo, le due scene con cui hanno inizio le sequenze (la Cacciata
di Gioacchino dal tempio e la Natività di Maria) sono unite da
un forte legame simbolico: in questa chiave si può intendere come
una forma di 'risarcimento' la ripresa (da altra angolazione) del tempio
da cui Gioacchino era stato scacciato e nel quale entra Maria bambina.
Altre possibili fonti letterarie minori (comunque in gran parte confluite
nella Leggenda Aurea) sono il Vangelo apocrifo dello Pseudo Matteo e quello
della Natività della Vergine.
Di non facile comprensione è la scena che conclude la parete: le
cattive condizioni di conservazione ne complicano ulteriormente la lettura.
Secondo alcuni studiosi, si tratterebbe della traduzione letterale di
un passo del Protovangelo di Giacomo (fortemente ridotto ma non eliminato
nella Leggenda Aurea), con il ritorno di Maria presso i suoi genitori,
accompagnata da sette ragazze e da due dignitari del tempio.
In ogni caso, l'episodio precede immediatamente
l'Annunciazione.
Iconografia
Quanto ai precedenti figurativi, nella animazione della piccola folla
di donne intorno al letto in cui Sant' Anna ha partorito Maria, sono stati
individuati collegamenti compositivi con le lastre dei pulpiti scolpiti
da Nicola e Giovanni Pisano, mentre nell'ultima scena della parete (definita
solitamente Il corteo nuziale) com- paiono rimandi agli allungati profili
del gotico francese.
Dal punto di vista iconografico suscita una certa curiosità l'inusuale
attenzione dedicata al matrimonio tra Maria e Giuseppe, che occupa ben
quattro riquadri (tre dei quali caratterizzati dalla grande abside concava
che allude all'interno del tempio) inseriti dopo la Nascita e la Presentazione
di Maria al tempio. Non è da escludere che Giotto abbia dilatato
il racconto per ottenere un numero di scene pari a quelle con Gioacchino
e Anna, tuttavia una simile sottolineatura è del tutto anomala.
Addirittura il maestro aggiunge deliberatamente un episodio ai testi letterari
su cui si basa: si tratta dell'intensa e mistica preghiera del sacerdote
e dei pretendenti alla mano della Vergine davanti all'altare su cui sono
posate le verghe.
Aderentissimo allo spirito della Leggenda Aurea è l'atteggiamento
di ritrosia del non più giovane Giuseppe, che si tiene sempre modestamente
in disparte.
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