Restauro del San Gerolamo
Le motivazioni in base alle quali un'opera viene sottoposta a restauro sono molteplici, eterogenee e talora poco sostenibili.
Portale dedicato alle attività di conservazione e restauro curate da Giuseppe Basile.
Pubblicazioni
Le motivazioni in base alle quali un'opera viene sottoposta a restauro sono molteplici, eterogenee e talora poco sostenibili.
Relazione per il convegno
Giornata sulla conservazione e gestione culturale dei siti patrimonio mondiale
Pontifical commission for the cultural heritage of the church.
I restauri curati dalla Soprintendenza, relativi a complessi decorativi...
Conferenza su: l'opera dello Sciacca
Un articolo scritto da giuseppe Basile per una rivista spagnola
Alcuni articoli di Giuseppe Basile pubblicati negli anni 80 dal Ministero dei Beni Culturali - ICR, dalla regione Molise e dalla Provincia di Trapani
L’interesse per i problemi posti dalla conservazione e dal restauro dell’arte contemporanea è troppo recente perché ci possa essere quella base ampia di convergenze sotto l’aspetto metodologico che ormai caratterizza la conservazione ed il restauro dell’arte precontemporanea.
In occasione delle iniziative culturali per il centenario della nascita di Cesare Brandi, che hanno avuto luogo nei 2 anni appena trascorsi sia in Italia che all’estero, è risultato che l’elemento di maggiore attualità del suo pensiero sul restauro e della conseguente prassi operativa viene riconosciuto nella attenzione specifica riservata alla preventiva conoscenza dell’opera nelle sue caratteristiche irripetibili sia a livello fisico-materico che formale.
Io intenderei trattare molto brevemente un argomento specifico, tralasciato da Maurizio Calvesi perché sicuro che ne avrei parlato io.
Nella rivista che oggi presentiamo c’è un brevissimo, quasi telegrafico eppur densissimo articolo di Jole de Sanna su un’opera molto importante del Maestro, i Bagni misteriosi, fatti trent’anni fa dall’artista per la Triennale di Milano (Notizia sul restauro della Fontana “Bagni Misteriosi” al Parco Sempione di Milano).
Il 24 marzo 2001, a chiusura del Convegno internazionale sul restauro dal titolo La realtà dell’Utopia, avevo avanzato la proposta di costituire presso il Sacro Convento non solo un archivio-banca dati degli interventi effettuati ma anche un Museo (o un qualsiasi tipo di esposizione permanente) destinato a conservare ed esporre innanzitutto i frammenti di decorazione che con ogni probabilità sarebbe risultato impossibile ( come poi è successo) ricollocare sulla volta della Basilica ma anche tutti quei prodotti, fisici oltre che virtuali, elaborati o “generati” in funzione degli interventi di recupero, restauro e fruizione delle opere colpite dal sisma.
Uno dei clichet più diffusi a proposito di restauro è quello secondo il quale l’opera, dopo l’intervento, torna “bella come prima”, se non “più bella di prima”.
Questo - come ben sanno non solo gli “addetti ai lavori” ma anche quella parte del pubblico realmente interessato alla sorte del nostro Patrimonio artistico e storico - non sempre è vero, a meno che non si voglia identificare il restauro con un intervento di “abbellimento” ( o toilette), come invece assai verosimilmente penserà quella parte restante di pubblico che non abbia avuto occasione di contatti diretti con il restauro nel senso più completo ( e complesso) del termine.