
Pubblicazioni
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La teoria del restauro nel novecento da Riegl a Brandi
Venerdì 14 novembre
Aula Magna dell’Università degli Studi della TusciaAlberto Argenton Università degli Studi di Padova, Giuseppe Basile Istituto Centrale per il RestauroLinee di convergenza fra la teoria del restauro di Cesare Brandi e la psicologia dell’arte
L’intento del nostro contributo è di illustrare le convergenze concettuali, metodologiche e applicative fra alcuni aspetti fondanti la teoria del Restauro di Cesare Brandi e quelli pertinenti al filone di ricerca – prevalentemente di impronta gestaltista e il cui massimo protagonista è Rudolf Arnheim – che si è occupato e si occupa della psicologia della percezione delle arti visive e che fa capo all’ancora più ampio e generale settore di studio della Psicologia dell’arte.
La gestione dei monumenti a rischio come prevenzione del degrado: la Cappella Scrovegni di Giotto e il Cenacolo di Leonardo
Valladolid - ARPA 2008di Giuseppe Basile
La storia più recente della Cappella Scrovegni rappresenta – al di là dell’importanza del monumento – un’esperienza di grande interesse anche sotto l’aspetto più specifico dell’iter procedurale a carattere strettamente tecnico (quindi non amministrativo etc.).
Nel 1982 vedeva la luce il volume Giotto a Padova, destinato a segnare una svolta fondamentale rispetto al modo tradizionale di intendere e fare restauro.
"Eccellenza" del restauro italiano
di Giuseppe Basile
La produzione artistica sul territorio del nostro Paese si caratterizza per l’intensità, la diffusione e l’ininterotta continuità: condizione, quest’ultima, di grande privilegio, come risulta se si mette a confronto la nostra con altre non meno grandi ma sfortunate civiltà artistiche (per es. la greca), giunte fino a noi con vuoti incolmabili.
L'intervento sui dipinti murali della Basilica di San Francesco in Assisi dopo il sisma del 26 settembre 1997
Convegno internazionale
DEL AYER PARA EL MAGNANA - AVILA, 19 – 21 de noviembre de 2003Giuseppe Basile
Cercherò di riassumere in breve un lavoro che dura dalle ore immediatamente successive al terremoto del 26 settembre 1997 ed ancora oggi non è stato portato a termine soprattutto per la novità e le dimensioni dell’intervento.
In realtà bisogna distinguere tra l’intervento di salvataggio e restauro dei dipinti murali rimasti in situ e l’intervento di recupero, ricomposizione, restauro e ricollocazione dei dipinti murali crollati dalla volta della Basilica Superiore e ridotti in minutissimi frammenti.
Intervento al Convegno in onore del Maestro Sandretti
Lucca, 23-24.1.2004di Giuseppe Basile
Quella dell’Istituto, a definirla molto brevemente, è stata un’attività volta essenzialmente a costituire e fornire esempi di corretto procedimento metodologico e annessi casi di soluzione concreta di problemi operativi.
Un impegno da subito individuato (in buona o cattiva fede) come fuori tema in ossequio al principio di una (presunta) alterità del restauro degli strumenti musicali ( e degli “strumenti” in generale) rispetto al restauro della generalità di tutte le altre classi di manufatti a carattere storico-artistico e quindi – per dirla in soldoni – come un intollerabile sconfinamento di campo.
Uno scritto di Cesare Brandi sui principi ispiratori della scuola dell'Istituto Centrale del Restauro
Pubblicato su Kermes 28, Gennaio/Giugno 1997
EXCELLENCES ITALIENNES: ART ET RESTAURATION - POURQUOI GIOTTO?
Interventions réalisées sur les œuvres de Giotto dans la Chapelle Scrovegni et à la Basilique de Saint François, à Assise, selon la Théorie de la restauration de Cesare Brandi.
Strasburgo 10 maggio 2011di Giuseppe Basile
POURQUOI GIOTTO?
S’il est vrai que la grandeur d’un artiste est rarement reconnue de son vivant, Giotto est cependant encore en pleine activité quand Dante Alighieri, le plus grand poète italien et l’un des plus importants d’Europe, l’évoque dans son poème La Divine Comédie, comme celui dont la renommée a rejeté dans l’ombre celle du grand peintre florentin Cimabue.
Materia, forma e "unità potenziale" nel restauro
Selinunte 2011di Giuseppe Basile
Nell’immediato dopoguerra ma ancora fino a non molti anni fa, tutti noi castelvetranesi ma anche gli abitanti dei paesi della Valle del Belice, per i quali Marinella di Selinunte costituiva il naturale sbocco balneare, nonché la maggior parte dei Siciliani cui capitava di parlare dell’area archeologica che ci ospita il termine usato per designarla era “Pezzi di Selinunte” o, semplicemente, “pezzi”.